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Ecco di cosa si tratta:
Nel febbraio 2022, gli elettori hanno bocciato alle urne nuovi sussidi per i media. Il 55% delle svizzere e degli svizzeri ha detto chiaramente NO a un finanziamento generalizzato dei media privati.
Alla maggioranza dei parlamentari non importa niente della volontà del popolo. Poche settimane dopo il no espresso dai cittadini, hanno reintrodotto i sussidi ai media attraverso una scappatoia: suddivisi in diverse iniziative parlamentari, camuffati tatticamente e senza un nuovo referendum popolare.
Ciò costituisce un palese mancato rispetto della volontà popolare. E ciò significa ancora meno possibilità per i media critici, digitali e indipendenti. Il quarto potere si avvicina sempre di più allo Stato e si allontana sempre di più dal suo compito.
Gli editori incassano oltre 1,4 miliardi di franchi
I nuovi progetti di legge vogliono concedere ai media privati annualmente fino a 210 milioni di franchi dei contribuenti. Se si fa il conto per tutto il periodo previsto, si arriva a 1,47 miliardi di franchi.
Al momento si parla di aumentare il sostegno indiretto alla stampa di 35 milioni di franchi all‘anno, da 50 a 85 milioni, per sette anni. In totale sono 595 milioni di franchi.
Solo con un referendum possiamo fermare questo nuovo tentativo di mettere le mani nel portafoglio dei contribuenti!
Anche il Consiglio federale dice no a questo sperpero di soldi pubblici e al palese mancato rispetto della volontà popolare, soprattutto in un momento in cui si parla di programmi di risparmio di e tagli, dove tutti dobbiamo stringere la cinghia. Anche all‘interno dell‘associazione degli editori c‘è resistenza, perché a beneficiarne sarebbero solo alcune case editrici privilegiate. In una lettera ufficiale del 31 marzo 2025, gli editori ammettono che il Parlamento ha chiarito più volte che l‘attuale sostegno ai media «non ha più futuro». E per questo modello ormai superato dovremmo dare centinaia di milioni di franchi dei contribuenti agli editori facoltosi? No!
Ma non è tutto: i facoltosi proprietari dei media vogliono ancora di più. Anche la quota delle emittenti radiofoniche e televisive private nel fondo dei canoni dovrebbe essere aumentata in una prossima fase di sovvenzioni. Anche la formazione e l‘aggiornamento dei giornalisti, il consiglio privato della stampa e le agenzie di stampa dovrebbero beneficiare del denaro dei contribuenti. Queste sovvenzioni passeranno da 90 a 125 milioni all‘anno. In sette anni si arriverà a 875 milioni do franchi.
Basta con lo spreco di soldi dei contribuenti
Questi 875 milioni più i 595 milioni di aiuti indiretti alla stampa fanno un totale di 1,47 miliardi di franchi. Quasi un miliardo e mezzo finisce quindi dalle tasche dei contribuenti a quelle degli editori benestanti.
Aiutaci a fermare questo spreco di soldi pubblici e questo disprezzo antidemocratico della volontà popolare, a proteggere la nostra libertà di espressione e la nostra democrazia diretta!
Firma subito il referendum!